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Scudo e Ulysse, il ritorno

08 Novembre 2021

Sembra il titolo di un film, ma stiamo parlando dell’arrivo nelle concessionarie del veicolo commerciale di Fiat Professional e della storica monovolume italiana già visti sulle strade a partire dagli anni ’90. La loro è una storia che si incrocia più volte…

Fiat pesca ancora dalla sua ricca tradizione per riportare sul mercato due veicoli che anche negli anni ’90 furono lanciati uno dopo l’altro, legati dalla joint-venture con il gruppo PSA. E con la nascita di Stellantis tornano alla ribalta il veicolo commerciale medio leggero Scudo e l’Ulysse, il Multi Purpose Vehicle di Fiat. Oggi come allora saranno prodotti in Francia. Perché questi due modelli sono così legati? Ve lo spieghiamo noi…

Il ritorno di Scudo e Ulysse

È destinata così ad arricchirsi la gamma di veicoli commerciali Fiat Professional con la nuova edizione dello Scudo che sarà disponibile in tre lunghezze: Furgone, Combi, e Cabinato con pianale, così da soddisfare tutte le richieste di trasporto lavorativo. Stesso discorso per l’Ulysse che sarà disponibile al pubblico in diverse combinazioni – da 6 a 9 posti – utile a tutti, sia alle famiglie particolarmente numerose ma anche per chi dovesse avere particolari esigenze professionali. Scudo e Ulysse saranno nelle concessionarie sia in versione a combustione interna ICE (Internal Combustion Engine) che in quella al 100% elettrica (Battery Electric Vehicle) per adeguarsi alla transizione verso una mobilità a “zero emissioni” che prevede, per Stellantis, entro il 2030 il 70% dei veicoli venduti con motorizzazione green.

Scudo venne prima del Talento

Prima dell’avvento di Fiat Talento, l’abbinamento volumi e dimensioni ridotte con grande capacità di carico era rappresentato dallo Scudo la cui forma compatta consentiva di circolare anche nel traffico. Era il veicolo commerciale leggero perfetto per chi doveva trasportare le merci da un capo all’altro delle grandi città. Ebbe una carriera ventennale (1996-2016), due serie e numerosi restyling. Fu senza dubbio uno dei simboli dell’Italia del lavoro. Una delle sue caratteristiche principali era la versatilità visto che in commercio si alternarono numerose versioni come quella a telaio allungato, la versione pulmino e anche una inedita versione a telaio nudo ampiamente personalizzabile per tutte le esigenze. Come detto, fu sostituito dal Talento.

Ulysse, il monovolume degli anni ‘90

Ma prima dello Scudo c’è l’Ulysse. Perché i due veicoli, apparentemente così distanti, sono legati tra loro? Bisogna fare marcia indietro fino ai primi anni ’90 quando Fiat e PSA strinsero una collaborazione che prevedeva la creazione di due impianti produttivi, uno in Francia a Valenciennes e un altro ad Atessa, dove nacquero quattro monovolume di grossa taglia tra cui l’Ulysse e poi una per ognuno dei marchi: Peugeot 806, Citroen Evasion e Lancia Z. Il frontale del primo Ulysse era molto simile a quello dello Scudo che verrà poco dopo, mentre i vari restyling ne ammorbidiranno le forme fino alla seconda generazione più lunga di 27 cm rispetto alla prima anche in virtù della nuova piattaforma. Ulysse diventò un progetto autonomo e nel 2010, dopo circa 60mila unità prodotte, cessò di esistere per far spazio al crossover Freemont.

Fiat Scudo e i due “cugini” francesi

E lo Scudo? Per ottimizzare gli investimenti si decise, un paio di anni più tardi, di produrre una gamma di veicoli commerciali leggeri sullo stesso pianale delle monovolume. Solo Lancia non aderì. Nacque così nel 1996 per Fiat lo Scudo, con i “fratelli” francesi Citroën Jumpy e Peugeot Expert. Scudo poteva trasportare in un vano posteriore da 4 metri cubi di volume fino a 900 Kg di portata massima. Proseguirono le “contaminazioni” con l’Ulysse da cui Scudo nel 1998 riprese sul frontale i gruppi ottici arrotondati e sottili. Tra i suoi testimonial ci fu anche il campione di F1 Michael Schumacher.