Dispositivi auto per bambini, cinture di sicurezza anteriori e posteriori, indicatori luminosi, cellulare alla guida. Una ricerca di Anas analizza i comportamenti pericolosi degli italiani alla guida. Ecco i numeri shock
Sembra che in Italia sul tema della sicurezza stradale resti ancora molto da fare visti i dati pubblicati da Anas che non possono che indignare gli automobilisti rispettosi delle regole: in pochissimi utilizzano i dispositivi per i bambini, i numeri sull’utilizzo delle cinture di sicurezza sono imparagonabili a quelli europei, gli indicatori luminosi sembrano un optional e l’utilizzo di dispositivi elettronici alla guida è sempre più foriero di pericoli per gli altri.
Foto di Koshevskyi
Lo studio di Anas
Anas con la collaborazione dello Studio Righetti e Monte Ingegneri e Architetti Associati e con il contributo dell’Unità di Ricerca e Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha presentato i risultati di uno studio condotto lungo tre differenti arterie che gestisce: l’autostrada A90 Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS336 della Malpensa e la SS700 della Reggia di Caserta. Un’autostrada, una strada extra-urbana principale e una strada extra-urbana secondaria in tre differenti collocazioni geografiche: nord, centro, sud. Sono stati più di 6mila gli utenti coinvolti con analisi quantitativa e qualitativa.
Sicurezza stradale, dispositivi per bambini questi sconosciuti
Era il 2020 ed entrava in vigore l’obbligo del dispositivo antiabbandono per i seggiolini dei bambini per garantire una maggiore sicurezza ai più piccoli in auto. Gesti e strumenti che possono da soli fare la differenza fra la vita e la morte dei più piccoli sulle quattro ruote in caso d’incidente e di dimenticanze dei genitori. Purtroppo, sembra che sia ancora molto diffuso il malcostume per cui molti spericolati – non sapremmo come altro definirli – scelgono di non utilizzare il seggiolino. Secondo i dati diffusi da Anas sulla sicurezza stradale il 49,47% sceglie di non utilizzare dispositivi di ritenuta per bambini. Numeri eclatanti, che purtroppo non si limitano a questo aspetto che coinvolge l’infanzia.
Foto di l i g h t p o e t
Cinture di sicurezza, quanta strada ancora da fare?
La cintura di sicurezza salva la vita. Un assunto ormai avvalorato da centinaia di studi, statistiche e prove empiriche che però a quanto pare non è ancora dato per scontato da molti automobilisti. Il report di Anas infatti non lascia spazio a giustificazioni: il 28,33% dei conducenti non allaccia le cinture, percentuali che si alzano se l’attenzione si concentra sul sedile del passeggero (31,87%) e s’impennano guardando ai sedili posteriori (80,12%). Situazione che appare ancor più grave se comparata con la media europea dove il 90% degli automobilisti utilizza le cinture di sicurezza nei sedili anteriori e il 71% nei sedili posteriori.
Gli altri numeri della ricerca
Nell’ambito di questo studio sulla sicurezza stradale condotto da Anas, oltre ai dispositivi per i bambini e le cinture di sicurezza sono stati rilevati altri comportamenti potenzialmente molto pericolosi. Parliamo per esempio dei dispositivi luminosi, le frecce in altre parole: il 55,63% non le utilizza in fase di manovra e sorpasso, il 76,46% se ne dimentica in fase di rientro, il 59,20% non segnala l’entrata da una rampa, il 43,71% non comunica alle altre auto l’uscita. L’attenzione si è anche focalizzata sull’utilizzo dei dispositivi elettronici in auto: il 12,41%, più di un’automobilista su dieci, li utilizza durante la guida senza sfruttare la tecnologia a disposizione su tutti i nuovi modelli auto, quindi in modo improprio e pericoloso.
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