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Autostrade per l’Italia deve rimuovere i Tutor

02 Maggio 2018

Una sentenza della Cassazione ha stabilito che la società che gestisce la rete autostradale italiana dovrà rimuovere e distruggere tutti i Tutor. Che cosa succederà ora?

Autostrade per l’Italia sta vivendo un momento non facile. Per una questione relativa al brevetto della tecnologia che garantisce il funzionamento del sistema Tutor, infatti, la società è costretta a sostituire rapidamente tutti i dispositivi presenti sulla sua rete.

Foto di Alex Staroseltsev

Una causa partita nel 2006

Una storia, questa, che parte da lontano, nel 2006, quando una piccola società con sede in Toscana, a Greve di Chianti, denuncia Autostrade per l’Italia. Il motivo? Secondo Romolo Donnini – fondatore di Craft, azienda detentrice di un brevetto del 1999 per il monitoraggio della velocità – il sistema Tutor utilizzato sulla rete autostradale italiana è molto simile, forse troppo, a quello ideato dalla sua impresa. Nel 2015 la Cassazione respinge un ricorso che mirava a sostenere la nullità del brevetto della società toscana, disponendo l’istruzione di un nuovo processo d’appello per definire se ci sia contraffazione o meno.

Rimuovere i tutor. Il verdetto dei giudici

Il procedimento continua e pochi giorni fa i giudici della Corte d’Appello di Roma, a 12 anni dall’inizio della querelle, arrivano a esprimere un verdetto. Autostrade per l’Italia deve rimuovere i Tutor presenti sulla rete autostradale perché il sistema costituisce contraffazione del brevetto legittimamente depositato da Romolo Donnini. Oltre a questa indicazione, i giudici intimano alla società che gestisce la rete autostradale di non produrre più questo sistema, e la condannano al pagamento di 500 euro per ogni giorno di attività dei Tutor successivo alla sentenza.

Foto di Clari Massimiliano

La reazione di Autostrade per l’Italia

E adesso, che cosa succede? Sono diverse le strade, è proprio il caso di dirlo, che Autostrade per l’Italia potrà percorrere. I dirigenti hanno annunciato che i Tutor non saranno rimossi – come stabilito dai giudici – bensì saranno sostituiti con altri apparecchi che utilizzano una tecnologia differente. La tempistica prevista è di tre settimane, per ridurre al minimo il danno economico. Ma non è tutto. Si prospetta, infatti, una nuova battaglia in tribunale, questa volta in Cassazione, vista la volontà – espressa dalla società – di presentare un ricorso contro la sentenza dalla Corte d’Appello di Roma, ritenuta però inappellabile dai legali di Craft.

I benefici del Sistema Tutor

La domanda, a questo punto, nasce spontanea: perché Autostrade per l’Italia ha deciso di non rimuovere i Tutor? La ragione sembra essere la sicurezza, visto che, come dichiarato dalla stessa società, il sistema ha permesso di ridurre del 70% gli incidenti mortali, con una riduzione della velocità di punta del 25% e di quella media del 15%. In poche parole, spegnere i Tutor – ovvero il Sistema Informativo per il controllo della velocità (SICVE), introdotto e omologato nel 2004 e gestito dalla Polizia Stradale che monitora circa 2500 chilometri – sarebbe pericoloso.

Per sapere dove sono collocati i dispositivi attivi, basta andare sul sito di Autostrade per l’Italia. Se, invece, vi siete sempre domandati se serva o meno frenare sotto il portale, trovate la risposta qui.

Foto di Africa Studio