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Auto elettriche, quanti posti di lavoro sono a rischio?

10 Dicembre 2021

Un’interessante inchiesta condotta dalla famosa giornalista Milena Gabanelli ha messo in luce come la svolta elettrica imposta delle istituzioni al settore automotive potrebbe mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro in Italia

L’addio al motore endotermico entro il 2035 a vantaggio delle batterie elettriche potrebbe rappresentare una vera e propria Waterloo per quel che riguarda i posti di lavoro nel settore automotive in Italia. A denunciarlo un interessante approfondimento giornalistico comparso nella sezione Dataroom del Corriere della Sera curato da Milena Gabanelli e da Rita Querzè.

Auto elettriche posti lavoro fabbrica Foto di Jenson

I numeri della filiera automotive in Italia

Per capire l’impatto che la conversione dell’industria delle quattro ruote imposta dalle istituzioni europee potrebbe avere sui livelli occupazionali è opportuno fare una panoramica sulla filiera italiana dell’automotive. Ci aiutano i dati Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica)

  • 529 imprese, 2.200 delle quali impegnate nella produzione di componentistica;
  • 357 addetti, 161 mila dei quali dipendenti di aziende che si occupano di componentistica;
  • 105,8 miliardi di euro di fatturato, 45 dei quali guadagnati dalle aziende del comparto componentistica;
  • 6,2% del Prodotto Interno Lordo.

Se aggiungiamo che, stando ai dati resi disponibili da Istat, le aziende italiane esportano per il 67% in Europa e che il 30% delle auto tedesche, vendute in tutto il mondo, sono composte da parti prodotte nel nostro Paese, otteniamo una potenziale tempesta occupazionale perfetta.

Auto elettriche, quanti posti di lavoro a rischio? 

Per avere un’idea ancor più chiara di come potrebbe cambiare la filiera automotive è opportuno fare un’analisi del fabbisogno dei posti di lavoro a parità di motori prodotti. Nell’inchiesta del Corriere si legge che se per produrre un motore diesel servono dieci persone occupate, per costruirne uno a benzina sono necessari tre addetti e per il motore elettrico si scende addirittura a un solo impiegato. In Italia sempre secondo Anfia sarebbero quindi ben 500, quasi una su quattro, le aziende che si occupano di componentistica a rischio, con 60mila addetti in procinto di dover cercare un nuovo lavoro.

Auto elettriche posti lavoro batterieFoto di Smile Fight

Le contromisure nel resto del mondo…

Negli Stati Uniti il Presidente Joe Biden ha deciso con un ordine esecutivo firmato lo scorso agosto che entro il 2030 il 50% delle auto vendute dovranno essere elettriche o ibride plug-in, prevedendo però al contempo miliardi d’incentivi fiscali per i cittadini che comprano auto elettriche prodotte in America. Lo Stato cinese ha investito negli ultimi dieci anni una cifra cospicua – cento miliardi di dollari – per sovvenzionare l’industria dell’auto elettrica, fino a diventarne un leader mondiale, creando come abbiamo visto qualche problema anche dal punto di vista geopolitico. Tutti corrono ai ripari per sostenere la produzione di auto elettriche con uno sguardo di attenzione per i posti di lavoro che inevitabilmente andranno persi. E l’Italia?

… e in Italia

Se in Germania e in Francia stanno correndo ai ripari con incentivi, finanziamenti e tavoli di coordinamento fra istituzioni e imprese convocati con regolarità, in Italia finora si conta un solo incontro avvenuto a luglio presso il Ministero dello Sviluppo Economico in cui stando alla cronaca ci si è limitati a fare un elenco delle problematiche senza individuare soluzioni. Lo stallo è ben rappresentato dall’assenza di misure per la mobilità nella legge di Bilancio, una situazione denunciata dalle più importanti associazioni di settore: Anfi, Aniasa, Assofond, Federauto, Motus-E, Ucimo e Unrae. Le associazioni denunciano: “La mancata previsione di un intervento strutturale nella Legge di Bilancio si somma all’assenza di misure specifiche nel Pnrr nella componente transizione energetica e della mobilità sostenibile. In questo modo l’Italia diventa l’unico Paese europeo, con un’importante vocazione manifatturiera automotive, che non sostiene e instrada il consumatore verso l’acquisto di auto e veicoli commerciali a zero e bassissime emissioni, né interviene con specifiche misure di salvaguardia dei livelli occupazionali”.

auto elettriche posti lavoro Foto di MikeDotta