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Alfa Romeo e le donne, accoppiata vincente

08 Marzo 2021

Tante le donne pilota che hanno contribuito a rendere gloriosa la scuderia del Biscione sulle piste di tutto il mondo. Lella Lombardi, ad esempio, è l’unica a essere andata a punti in F1. E poi c’è Giulia che donna non è ma rimane il modello più famoso di Alfa Romeo, al femminile, nel mondo

In occasione dell’8 Marzo 2021 Alfa Romeo ha voluto fare un regalo a modo suo a tutte le donne al volante ricordando quelle che, sulle piste, hanno contribuito a rendere glorioso il marchio del Biscione nel motorsport. E la lista è davvero lunga e ricca di aneddoti sconosciuti ai più…

Lella Lombardi nel mito della F1

Scopriamo infatti che ha corso anche per Alfa Romeo l’unica donna a essere andata a punti in Formula 1. Stiamo parlando di Maria Grazia Lombardi, detta Lella, che terminò al sesto posto il Gran Premio di Spagna nel 1976, un piazzamento mai eguagliato da una collega alla guida di una monoposto. Le circostanze però, narra la storia, furono decisamente tragiche visto che la corsa s’interruppe dopo 25 giri per la morte di quattro persone colpite da un alettone staccatosi da una vettura. In quel momento la Lombardi era sesta e le fu assegnato mezzo punto. Tra il 1982 e il 1984 partecipò al Campionato Europeo Turismo con l’Alfa Romeo GTV6 2.5. Susanna “Susy” Raganelli invece, secondo Alfa Romeo, potrebbe essere l’unica donna a essersi aggiudicata un campionato mondiale su quattro ruote, quello di karting classe 100 cm3 nel 1966. Guidò per Alfa una GTA.

Alfa Romeo e le donne, una lunga storia

Ma, come accennato, la lista è lunghissima. Tatiana Calderon nel 2017 è pilota di sviluppo per il team di Formula Uno Sauber, nel 2018 diventa collaudatrice di F1 per Alfa Romeo Racing. Nel 1992 Tamara Vidali vinse il Campionato Italiano Turismo (Gruppo N) su un’Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde. La pilota belga Christine Beckers vinse a Houyet nel 1968 al volante dell’Alfa Romeo Giulia Sprint GTA. La torinese Ada Pace negli anni ‘50 si aggiudicò 11 gare nazionali di velocità. La giovane parigina Odette Siko si distinse negli anni ’30. Hellè Nice, oltre che pilota, era anche modella, acrobata e ballerina. Fu tra le prime nel mondo dell’automobilismo ad esporre gli sponsor sulle monoposto negli anni ’30. Anna Maria Peduzzi nel 1934 vinse la Classe 1500 alla Mille Miglia e, nel dopoguerra, gareggiò con l’Alfa Romeo 1900 Sprint e l’Alfa Romeo Giulietta. Nel nostro viaggio a ritroso arriviamo alla capostipite delle donne pilota Alfa, la Baronessa Maria Antonietta d’Avanzo. Un vero mito per l’epoca visto che gareggiò ininterrottamente tra le due guerre mondiali; con l’Alfa Romeo arrivò terza sul circuito di Brescia nel 1921.

Alfa Romeo Giulia, più donna di così…

Una delle auto più importanti, se non la più importante della lunga tradizione di Alfa Romeo porta un nome di donna. La Giulia, erede di un’altra auto femminile, la Giulietta. La prima edizione di Alfa Romeo Giulia nacque nel 1962 e venne prodotta fino al 1977 in oltre un milione di esemplari nelle tipologie berlina, coupé, cabriolet e spider. Fu presentata all’Autodromo di Monza proprio per sottolinearne l’attitudine sportiva. Giulia che poi torna nel 2015 in occasione dei 105 anni del marchio, presentata in un’altra location storica per il marchio del Biscione, il museo storico di Arese appena ristrutturato. Alfa Romeo Giulia è tuttora nelle concessionarie e proprio nel 2020, in occasione del 110esimo anniversario, è stata riproposta nelle versioni GTA per omaggiare la storia nonché uno dei modelli più rappresentativi del Biscione, la Giulia GTA del 1965, la “Gran Turismo Alleggerita” che collezionò successi in tutto il mondo.

Donne al volante, il pericolo non è costante

Donne al volante pericolo costante? Non è proprio così. Anzi sono più prudenti e subiscono meno danni se coinvolte in incidenti. Insomma, si sbagliano anche i proverbi e sono un paio di interessanti ricerche a certificarlo. La prima risale all’inizio dello scorso anno dall’azienda Ecu Testing. Intervistati sul numero di incidenti causati per colpa loro, il 41% degli uomini ha ammesso di essere stato nel torto in un incidente contro il solo 16% delle donne.

Altri numeri a sostegno della tesi arrivano dal magazine francese AutoPlus, sulla base dell’indagine effettuata in Belgio dal Vias Institute secondo cui le donne sono meno colpite dagli uomini in caso d’incidente; rappresentano il 44% di chi ha conseguenze lievi, il 23% di chi ha ferite gravi e il 34% di chi subisce danni gravi. Inoltre, sempre secondo l’istituto belga per la sicurezza sulle strade, gli incidenti che vedono coinvolta una donna al volante comportano la metà del tasso di mortalità rispetto agli incidenti con un uomo al posto di guida.

Donne al volante