Prodotto in collaborazione con il cantiere nautico Riva (e non è la prima volta che accade con il gruppo FCA), è un “piccolo yacht” che va a 285 all’ora, ispirato all’esclusivo scafo Open Riva 56 Rivale
Un pezzo da collezione. Ma non da custodire gelosamente nel box, bensì da esibire su strada ogni volta che si vuole, tanto è bella e performante. Stiamo parlando della Abarth 695 Rivale, prodotta in serie speciale e nata dalla esclusiva collaborazione tra Abarth e Riva, il cantiere nautico di Sarnico conosciuto in tutto il mondo. Al salone di Ginevra non è passata inosservata dai 660mila visitatori transitati al Palexpo: era la “star” dello stand del glorioso marchio italiano.
Abarth 695 Rivale… e la sorella galleggiante
Abarth 695 Rivale, due eccellenze in un’auto sola. Da una parte l’eleganza, il pregio dei materiali e il lusso degli yacht prodotti da Riva, dall’altra le prestazioni, i cavalli e l’innovazione tecnologica di Abarth. Ne è scaturita questa 695 Rivale che ha il suo “alter ego” galleggiante: si chiama Open Riva 56 Rivale, 17 metri di lunghezza, 35 nodi di velocità massima, uno scafo extra-lusso uscito dai cantieri sul lago d’Iseo per festeggiare i 175 anni dalla fondazione. Per averlo occorre sborsare 1.6 milioni di euro. Ne servono ovviamente molti meno per la “sorella” su quattro ruote.
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Abarth 695 Rivale, punti in comune
Riconoscibilissima e unica: è la Abarth 695 Rivale. Questo connubio tra auto e barche non è casuale vista la passione di Carlo Abarth – lo storico fondatore (nel 1949) della casa automobilistica – per il motore di derivazione nautica fuoribordo (a sbalzo dietro l’asse posteriore) che ispirò l’architettura di numerosi modelli storici. Anche la Riva ebbe, tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del secolo scorso, una fortunatissima parentesi sportiva con i suoi motoscafi da corsa che s’imposero in varie competizioni internazionali firmando numerosi record di velocità.
Abarth 695 Rivale, numeri da super car
Riconoscibilissima per la sua esclusiva livrea con una vernice a due tonalità (Riva Blu Sera e Riva Shark Grey), presenta tanto grigio, proprio come la 56 Rivale. Ma sotto il cofano batte un cuore Abarth… e un motore da 1.368 cm3 con una potenza massima di 180 CV e una coppia di 250 Nm. Il rapporto peso-potenza della 695 Rivale è tipico delle super car (5,8 kg/CV con una massa di 1045 kg) e le prestazioni su strada sono fuori dagli standard: la Abarth 695 Rivale tocca i 225 km/h di velocità massima e da 0 a 100 km/h impiega solamente 6”7. E c’è anche la versione cabrio.
L’imprinting di Abarth è dappertutto: le viti che tengono attaccata la targhetta numerata però sono le stesse dello scafo 56 Rivale. Ma per apprezzarla a pieno va vista dal vivo. Come spiegare in maniera esauriente il mix mogano/fibra di carbonio che caratterizza i suoi interni? Impossibile.
Riva, un pizzico di storia
Se di Abarth sappiamo tutto, anche il marchio Riva merita un piccolo spazio per farsi conoscere, ovviamente per chi non è appassionato di nautica. Siamo a Sarnico, in provincia di Brescia, sul lago d’Iseo. Il cantiere nautico nasce nel 1842 per un’intuizione di Pietro Riva: dopo un fortunale, riparò le barche dei pescatori andate distrutte e da qui ebbe l’idea di farne un’attività. È Carlo Riva, negli anni ’50 del XX secolo, a dare l’impulso decisivo all’azienda che divenne sinonimo di eleganza e stile.
L’upper class del periodo voleva le sue barche in legno, sempre più curate (e sempre più costose), lo star system anche: Brigitte Bardot, Anita Ekberg, Elizabeth Taylor, ma anche lo Scià di Persia solcavano i mari con gli scafi più belli griffati Riva. La barca simbolo? L’Aquarama (1962). Il Superamerica, il primo cabinato, resta in commercio venti anni. Ora l’azienda è di proprietà della Ferretti Group, ma la minuziosità artigianale con cui vengono prodotti gli scafi dai 27 ai 164 piedi è la stessa delle origini.
Nel 2016 c’era la Fiat 500 Riva
Abarth 695 Rivale non è il primo esempio di collaborazione con Riva: nel 2016 Fiat lanciò la serie speciale 500 Riva con la carrozzeria color “Blu Sera” e gli interni in pelle Frau color avorio. Anche qui tanto legno mogano, basti dire che ogni plancia era realizzata a mano da un maestro ebanista italiano.
