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Volvo è sempre una sicurezza. Ecco perché

29 Giugno 2018

La casa svedese ha un obiettivo ambizioso: azzerare i feriti gravi e i decessi in incidenti che coinvolgono le sue vetture entro il 2020. Ci riuscirà? Se guardiamo alla sua storia, c’è da essere ottimisti

Entro il 2020 nessuno rimarrà gravemente ferito o perderà la vita all’interno di una Volvo. Lessi nel 2013 questa dichiarazione di Hakan Samuelsson, il presidente e ceo di Volvo Car Group. Inizialmente mi lasciò di stucco perché ritenevo “Visione 2020” un obiettivo molto ambizioso anche per la casa svedese, che ha fatto della sicurezza uno dei suoi punti di forza, se non il principale. Non è un caso che ogni volta che partecipo ai corsi di aggiornamento, organizzati in occasione del lancio di un nuovo modello, si parta sempre da quest’aspetto. Ma oggi mi sento di dire che non era stata una trovata pubblicitaria quella di Samuelsson: lo testimoniano gli investimenti e, soprattutto, i fatti. Il 2020 è dietro l’angolo, non lo era cinque anni fa. Ma io che le Volvo le vedo tutti i giorni, mi sento di dire che l’obiettivo sarà raggiunto. Insomma, dallo stupore sono passato alle certezze.

Volvo e sicurezza, tutto iniziò con le cinture

Da dove derivano queste convinzioni? È necessario andare un po’ indietro nel tempo. Avete presente l’attuale cintura di sicurezza (“a tre punti”) che ogni giorno ci protegge in caso di incidente? Ecco, fu inventata e brevettata proprio dalla casa svedese. Dobbiamo dire grazie a un ingegnere aeronautico, Nils Bohlin, che partendo dagli aerei (si occupava di sedili eiettabili!) la installò per la prima volta, nel 1959, sulla PV544. Volvo capì la portata rivoluzionaria dell’invenzione tanto che decise di non tenerla per sé e la registrò con un brevetto di tipo aperto affinché tutte le case potessero fruirne, come effettivamente è stato. Un atto che definirei di assoluta generosità. Questa è storia, ma fa capire bene l’interesse di Volvo per la sicurezza.

Visione 2020, Volvo ce la farà

L’ho già scritto sopra. Volvo raggiungerà l’obiettivo delle zero vittime nel 2020. Step by step. Dal 2013 a oggi, ogni anno Volvo ha sempre inserito nei modelli in uscita innovazioni tecnologiche all’avanguardia in tema di sicurezza. Pensiamo al City Safety – la funzione con frenata automatica d’emergenza che aiuta il conducente a evitare impatti – lanciato nel 2008. Funzionava fino ai 30 chilometri orari, nel 2014 la velocità è stata alzata a 50 Km/h, nel 2015 la sua efficacia è stata estesa anche nelle ore notturne, nel 2016 le auto Volvo erano le uniche dotate di guida semi-autonoma (Pilot-Assist) attiva fino a 130 m/h, mentre nel 2017 il City Safety rileva non solo auto e pedoni ma anche i ciclisti e funziona pure con la retromarcia inserita. Sono curioso di conoscere le novità del 2018…

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Volvo e i suoi 400 crush-test

Secondo me è significativo che Volvo si occupi personalmente dei crash-test, tanto che nel 2000 ha inaugurato una struttura in cui ne vengono effettuati almeno 400 all’anno. Tutti i modelli di Volvo, inoltre, ottengono ottimi risultati nei test Euro NCAP, l’ente indipendente europeo che testa la sicurezza delle auto nuove: XC60, ad esempio, è l’auto più sicura mai testata fino a oggi. Distruggere 400 auto, evidentemente, serve a qualcosa.

Sentite a novembre che cosa dichiarava Michiel van Ratingen, segretario generale EuroNCAP: “È certamente un’ottima cosa vedere aziende come Volvo produrre automobili che ottengono quasi tutti i voti massimi nelle diverse aree dei nostri test…”. Proprio grazie alla casa svedese, dal 2018 i requisiti per l’ottenimento delle 5 stelle ai test di Euro NCAP sono ancora più severi.

La sicurezza da pubblicizzare

Osservando con attenzione gli spot pubblicitari delle auto nuove, sono stato colpito dal video promozionale che ha supportato il lancio di XC60. L’auto passa quasi in secondo piano; il cortometraggio serve a mettere in risalto l’efficienza del City Safety che frena l’auto nel momento in cui la bambina, protagonista del cortometraggio, attraversa improvvisamente la strada. Chiudo con una domanda che assomiglia molto a una provocazione: quante case automobilistiche utilizzano il costoso, ma resistente, acciaio al boro per rinforzare le parti più delicate – portiere e montanti – delle auto? Volvo, ad esempio, lo fa.

Autore: Daniele Lomonaco, Responsabile Vendite Volvo Mocauto