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Bollo auto: dopo tre anni scatta la prescrizione

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Foto di Automobile Italia

La notizia è di quelle cui prestare attenzione, anche se la materia è ostica. In sostanza se nei tre anni successivi all’arrivo di un avviso di accertamento non ne seguono altri dello stesso tipo – finalizzati alla riscossione del dovuto – il debito relativo al bollo auto non pagato sarà prescritto. Unica nota negativa: la somma, per quanto non più dovuta, resterà comunque presente nell’estratto conto Equitalia.

Facciamo un esempio, per capire meglio. Se ci si è dimenticati di pagare il bollo nel 2012, e ci è pervenuto l’avviso di accertamento nel settembre 2015, il debito – a fronte del fatto che non ci viene inviato nessun altra notifica – sarà prescritto dall’1 gennaio 2019.

Come si paga il bollo della macchina

Ormai le modalità per pagare il bollo sono diverse, ce n’è per tutte le esigenze. Vi ricordiamo le principali.

Nel caso in cui si voglia pagare di persona, ecco i luoghi in cui è possibile farlo:

  • Tabacchi aderenti al circuito Lottomatica, con una commissione pari a 1,87€.

Per pagare sarà necessario compilare:

1. la Scheda A:

nel caso di autovetture e autoveicoli ad uso promiscuo soggetti al pagamento della tassa in misura piena;

2. la Scheda B:

per autoveicoli e autovetture che beneficiano di un particolare trattamento fiscale e per gli altri veicoli.

    • Poste Italiane, con una commissione di 1,50€, compilando lo specifico bollettino.
    • Uffici e sportelli ACI.
    • Agenzie di pratiche auto abilitate.

Se invece si preferiscono le nuove tecnologie e i pagamenti telematici, queste sono le diverse possibilità:

    • Sito di Regione Lombardia.
    • ACI Bollonet.
    • Home Banking delle numerose banche abilitate.

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E se avete appena comprato una nuova vettura da Mocauto?

Se siete appena entrati in possesso di una nuova macchina – ovviamente acquistata in una delle sedi Mocautoil primo bollo va pagato entro l’ultimo giorno del mese d’immatricolazione. Nel caso in cui l’immatricolazione sia stata fatta negli ultimi giorni del mese, la scadenza slitterà alla fine del mese seguente, versando comunque per intero anche i pochi giorni del mese precedente.

Chi se la cava con poco…

Le auto che hanno un minore impatto sull’ambiente beneficiano di agevolazioni. Nel caso dei veicoli elettrici l’esenzione è totale per cinque anni, mentre le auto alimentate esclusivamente a metano o GPL arrivano anche ad avere sconti del 75%. Anche i veicoli in possesso di persone portatrici di handicap – nel caso non superino i 2000 cc di cilindrata con automobili a benzina e 2800 cc nelle autovetture alimentate a gasolio – beneficiano di esenzioni dal pagamento.

Discorso a parte per i veicoli storici – considerati tali al taglio del nastro dei trent’anni dalla prima immatricolazione – che non sono sottoposti al pagamento del bollo, ma che d’altra parte versano una tassa di circolazione compresa fra i venti e i trenta euro.

 …e chi paga multe salate.

Le sanzioni previste per chi non paga il bollo variano a seconda del tempo trascorso dall’ultima data utile in cui si poteva eseguire il versamento. Nel caso ci si voglia “rimettere in pari”, lo strumento più conveniente è quello del ravvedimento operoso, prima che arrivi la multa proveniente dalla Regione. In caso contrario arriverà la fatidica cartella esattoriale contenente ulteriori termini di scadenza per il pagamento. Se invece si insiste a non pagare, si rischia il fermo amministrativo della vettura.

Per avere un’idea degli importi, se il pagamento viene effettuato entro 30 giorni di ritardo si paga il 2,5% di multa sull’importo del bollo, insieme agli interessi giornalieri con un tasso del 3%. Fra i 30 giorni e i 12 mesi si pagano gli interessi e la sanzione del 3%. Oltre l’anno di ritardo, invece, la multa sale al 30% con gli interessi all’1,3% calcolati su base semestrale.

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