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Colpi di sonno al volante: la nostra guida per evitarli

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Foto di Automobile Italia

Un problema sottovalutato.

Secondo l’ACI (Automobile Club d’Italia) nelle statistiche gli incidenti causati da colpi di sonno sono spesso nascosti dietro alla più generale voce “distrazione”. In realtà ci sono numerose ricerche che indicano la sonnolenza come seconda causa d’incidenti automobilistici, alcune delle quali riportano dati eclatanti: più di un intervistato su due, per esempio, dichiara di aver guidato il proprio autoveicolo in condizione di sonnolenza. Diversamente dalle collisioni provocate da alterazioni dovute all’alcool, misurabili e ben riconoscibili, è complesso fare una stima della quantità di sinistri causati dai colpi di sonno, nonostante si quantifichi in una percentuale compresa fra il 20% e il 25% il numero di incidenti causati da questa ragione.

Un rischio da evitare.

Per spiegare quanto possa essere pericoloso guidare in queste condizioni ci sono alcuni dati che ci vengono in soccorso: dormire meno di cinque ore per notte aumenta del 50% la probabilità di avere un incedente stradale, stare svegli per 24 ore comporta un atteggiamento al volante paragonabile a chi ha livelli di alcool nel sangue superiori a 1,00 grammi per litro, gli incidenti causati da colpi di sonno sono quelli considerati più gravi, con un alto rischio di mortalità dovuti alla totale inerzia. I soggetti più a rischio sono ovviamente coloro che percorrono lunghi tragitti in auto, soprattutto nelle prime ore del mattino o durante la notte, in particolare gli autisti professionali, anche se il gruppo più a rischio è quello costituito dagli uomini di età compresa fra i 20 e i 25 anni. Se siete fra questi… prestate maggiore attenzione!

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Colpi di sonno: le cause…

Ci sono diversi segnali d’allarme che ci consentono di prevenire i colpi di sonno. Innanzitutto, quelli fisici: persistente bruciore degli occhi, sbadigli frequenti e occhi che tendono a chiudersi, testa che cade in avanti, difficoltà di messa a fuoco e necessità di toccarci di frequente viso o le braccia. Possiamo riconoscere anche alcuni segnali più legati alla sfera sensoriale e di comportamento alla guida: difficoltà nel comprendere i messaggi dei cartelli stradali, eccessiva irritabilità, manovre brusche, difficoltà nel mantenere la traiettoria dell’autoveicolo, non consapevolezza della velocità che si sta tenendo, difficoltà a ricordare gli ultimi chilometri percorsi. Ci sono alcune fasce orarie a rischio, in particolare quella compresa fra l’1 e la 5 di mattina e le ore centrali del pomeriggio.

… e le soluzioni.

Va sottolineato innanzitutto che molte delle tecniche più diffuse e utilizzate per evitare di incappare in un colpo di sonno – come alzare il volume della radio, abbassare il finestrino o accendere il climatizzatore, impegnarsi in un breve esercizio, o cantare – non sono efficaci.

Ci sono alcuni consigli che potrebbero sembrare ovvi, come evitare la guida notturna, dormire la notte precedente il viaggio, non bere alcolici, prestare attenzione alle possibili controindicazioni dei medicinali che si stanno assumendo. Il consiglio migliore, e forse anche il più semplice, è fermarsi prima possibile quando si riconoscono i segnali di un possibile imminente attacco di sonno, provando a dormire per un tempo non superiore ai 20 minuti. Un caffè può aiutare, ma l’effetto di 75/100 mg di caffeina – equivalente a una tazzina – ha una durata di circa trenta minuti. Inoltre, laddove questo sia possibile, avere un compagno di viaggio può essere utile per monitorare gli atteggiamenti.

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