Reato di omicidio stradale: ci siamo. Entro il mese di giugno, infatti, arriverà alla Camera il nuovo disegno di legge approvato lo scorso 20 maggio dalla commissione Giustizia del Senato, quasi all’unanimità.
Omicidio stradale: i contenuti del disegno di legge
Ma che cosa stabilisce il nuovo testo?
- Chi guida sotto l’effetto di alcol o droga e provoca la morte di una persona sarà punito con la reclusione in carcere da 8 a 12 anni, che diventano fino a 18 se l’omicidio è plurimo.
- Revoca della patente fino a 15 anni per un omicidio compiuto sotto l’effetto dell’alcol; fino a 20 anni per chi in passato era già risultato positivo all’alcol test; fino a 30 anni per chi compie un omicidio in stato d’ebbrezza, superando il limite di velocità consentito.
Pene più severe
Il nuovo Ddl, inoltre, inasprisce le pene anche per chi, seppur guidando senza aver assunto alcol o droghe, compie un omicidio effettuando manovre pericolose. Ad esempio:
- chi passa con il rosso e provoca la morte di una persona potrà essere punito con il carcere dai 7 ai 10 anni;
- chi sorpassa in prossimità delle strisce pedonali e uccide una persona sarà processato per omicidio stradale, rischiando dai 7 ai 10 anni di carcere.
Sicurezza stradale: Italia 19esima
La nuova legge, d’altronde, è un provvedimento necessario per il nostro Paese, nel quale ogni anno si verificano 5,7 morti ogni 100mila abitanti: un dato che posiziona l’Italia al 19esimo posto nella classifica delle 32 nazioni sviluppate e in via di sviluppo che rientrano nelle statistiche (del 2013) dell’International Road Traffic and Accident Database (IRTAD). I morti sulle strade italiane sono calati del 54% dal 2000 a oggi: una diminuzione rilevante, ma inferiore ad esempio rispetto a quanto accaduto in Spagna e Portogallo, che hanno migliorato i propri risultati del 70% nello stesso lasso di tempo. Ecco i cinque Paesi più virtuosi (morti ogni 100mila abitanti):
- Svezia 2,7
- Regno Unito 2,8
- Svizzera 3,3
- Paesi Bassi 3,4
- Danimarca 3,4