Milano rallenta? Sembra questo l’orientamento che emerge sempre più dalle scelte compiute a Palazzo Marino in termini di mobilità con una vera e propria rivoluzione in atto che però non convince del tutto i milanesi
Sì, a Milano nei prossimi mesi raddoppieranno le Zone 30 e saranno realizzate nuove piazze “tattiche” con l’obiettivo di valorizzare i centri dei quartieri storici e garantire maggiore sicurezza agli utenti deboli della strada. La direzione presa è quella giusta? Il dibattito è aperto.
Foto di Famed01
Milano, raddoppiano le Zone 30
Partiamo dai numeri. Tra la fine di questo 2021 e l’inizio del 2022 le cosiddette Zone 30 raggiungeranno il 13,5% della superficie complessiva della città. Se nel 2018 si potevano individuare sulla mappa 41 Zone 30 per un totale di 10,5 chilometri quadrati, oggi la prospettiva è arrivare con gli interventi previsti nei prossimi mesi a quota 27,4 chilometri quadrati per un totale di 11 nuove aree in cui la velocità sarà limitata, facendo salire il conto a 52. Interventi e limitazioni quindi non più circoscritti a piccole porzioni di strada ma che coinvolgono interi quartieri. Ma quali sono i prossimi interventi previsti in città?
Tutti i prossimi interventi
Si parte dalle due aree in cui si sta concludendo il cantiere: via Padova – NoLo – Palmanova da una parte e Qt8 dall’altra che sommate superano i quattro chilometri quadrati. E poi, fra l’estate e l’autunno, vedremo nuovi interventi nei quartieri Mecenate-Salomone, San Gottardo, Val Lagarina a Quarto Oggiaro, Rogoredo Santa Giulia. Le decisioni prese riguardo ai limiti di velocità si vanno ad aggiungere alla pianificazione di nuove piazze disegnate con lo strumento ormai noto dell’urbanistica tattica già realizzate o pianificate: Piazza Dergano, Porta Genova, Piazza Minniti, P.le Lavater, P.le Bacone, P.zza SS Patroni al Lorenteggio e Largo San Dionigi a Pratocentenaro. E ancora, per quel che riguarda altre Zone 30: il quartiere Isola, Giambellino e Vigentino, oltre all’ampliamento della Zone 30 già esistenti a Baggio, Certosa, Bicocca, Bruzzano-Affori, Niguarda, Quinto Romano e Trenno.
Foto di Federico Fermeglia
Milano e Zone 30. Rivoluzione in atto?
Insomma. Una vera e propria rivoluzione che sta ridisegnando gli equilibri sulle strade cittadine – tra il 2020 e il 2021 ne sono state individuate ben 339 in cui il limite è stato fissato a 30 km/h – con un aumento record, un +1.412% che restituisce l’imponenza del cambiamento in atto che naturalmente è criticato e osteggiato da più parti. A fare le spese soprattutto il traffico cittadino, dove si registrano sempre più spesso ingorghi. Un esempio? La via Alserio nel quartiere Isola, dove la realizzazione di una pista ciclabile causa lunghe code e molto traffico. Una situazione comune a molti automobilisti europei in ogni caso, basti pensare che negli ultimi giorni la Sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato che l’intera città diventerà una gigantesca Zona 30.
Milano 2030. E se le protagoniste fossero le auto elettriche?
Queste le parole dell’Assessore alla Mobilità Marco Granelli rilasciate in una recente intervista (a chi?): “Nell’ottica di una città a 15 minuti che vuole ricostruire sé stessa dopo il Covid e guardando allo scenario del 2030 in cui si sarà ulteriormente estesa anche la rete di metrò e metrotranvie, è possibile disegnare una Milano con una mobilità più leggera, con un riequilibrio a favore di pedoni e ciclisti e un mix tra trasporto pubblico classico e sharing”. Parole nette che però non possono non considerare la rivoluzione in corso del settore automotive, con una prima diffusione delle colonnine elettriche per la ricarica delle vetture green che comincia a fare capolino in tutta la città. D’altronde in questi mesi si è compresa l’importanza che riveste l’auto di proprietà anche rispetto alla sicurezza degli spostamenti. Sarebbe opportuno considerare anche questo nuovo contesto nell’immaginare la Milano del futuro.
Foto di maudanros
