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Cinque borghi da non perdere in Lombardia

19 Giugno 2020

Cinque borghi da non perdere in Lombardia tutti da scoprire. Scopriamo le bellezze della nostra Regione a due passi da casa facilmente raggiungibili in auto

Le limitazioni che impedivano di uscire dalla propria Regione di residenza sono state da poco cancellate, ma vale comunque ancora la pena programmare gite in alcuni dei luoghi più affascinanti della Lombardia. Ecco cinque borghi da non perdere.

Cinque borghi LombardiaFoto di Di Cardaf

Cassinetta di Lugagnano (MI)

Trascorrereste mai le vostre vacanze sulle rive del Naviglio? Se nemmeno questa emergenza Covid vi ha fatto balenare in testa questa idea, resterete ancor più sorpresi scoprendo che questo borgo sulle rive del fiume era la meta privilegiata delle famiglie della borghesia milanese. Le ville settecentesche e gli scorci naturalistici fanno di questo luogo alle porte di Milano una meta perfetta per passare una bella giornata all’interno del Parco del Ticino.

Gradella (CR)

Potevamo non segnalarvi Pandino? Gradella è una frazione del Comune tanto caro agli appassionati di Fiat Panda, che fece la sua prima apparizione nella storia negli anni 80. Oggi, dirigendosi verso questo borgo carico di storia, attraversando il viale alberato, sembra di entrare in una dimensione fiabesca. Qui, tra cascinali e vecchi fienili, si possono riassaporare quelle sensazioni che solo la campagna sa regalare: frescura, silenzio, un campanile che suona, il rumore dei campi. L’abitato rurale – con le caratteristiche case dipinte di giallo e le corti comunicanti – vi sorprenderà.

Cinque borghi LombardiaFoto di Roberto Lo Savio

Fortunago (PV)

Un nome che è anche un auspicio per un 2020 iniziato come peggio non poteva. Per apprezzare appieno questo borgo nel pavese serve avere la pazienza di godersi tutti i particolari, perché la meticolosità con cui è stato effettuato il recupero architettonico delle forme originali è invidiabile. Banditi intonaci, tapparelle, alluminio, il borgo è rinato con le sue facciate in pietra viva, i serramenti in legno, la pavimentazione delle strade in mattonelle in porfido, i cestini in ghisa, la cura per il verde pubblico. Un piccolo gioiello tutto da scoprire.

Grazie (MN)

Questo gioiello lombardo prende il suo nome da un luogo di culto di cui si hanno tracce fin dal 1037, sorto tra paludi e corsi d’acqua su un piccolo promontorio. Tre secoli più tardi, nel 1362, a questo santuario venne dato il nome di Santa Maria delle Grazie. Oggi quello stesso santuario, che volta le spalle al fiume Mincio e guarda verso il borgo, è il centro del Paese, ingentilito da una loggia composta da tredici archi a tutto sesto. Intorno la natura regala uno spettacolo cui non siamo abituati: fra canneti e ninfee si trovano infatti esotici fiori di loto che ci spingono dentro sorprendenti atmosfere orientali.

Tremosine (BS)

Sospeso, un po’ come il tempo che stiamo vivendo, tra lago e montagne, tra atmosfere mediterranee e alpine. Posto sulla sommità di una falesia a 423 metri d’altitudine, questo luogo è ancora capace di lasciar intravedere tra le pietre annerite dei muretti e l’antico selciato le storie degli uomini che nei secoli lo hanno attraversato, fra baratti e commerci. Qui ancora oggi ci sono attività agricole, caseifici, stalle. Un borgo collegato al lago da una strada costruita nel 1913 che un giornale tedesco definì all’epoca la più bella del mondo.

Cinque borghi LombardiaFoto di Artyart