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Car sharing: un 2016 da record

Di recente sono stati diffusi dall’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria (ANIASA) i dati relativi alle performance del car sharing in Italia nel 2016. E, come si dice in questi casi, le sorprese non mancano.

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Una crescita esponenziale

Nel 2016 gli iscritti ai servizi di car sharing in Italia sono stati 1.080.000, con una crescita vertiginosa rispetto al 2015, pari al 70%. Le 6.000 auto a disposizione sono state complessivamente noleggiate per 6.270.000 volte, registrando una crescita del 33%. Un successo che raggiunge il suo apice nelle due città italiane più importanti: Milano e Roma – dove si concentrano l’80% dei ricavi delle società sul mercato, il servizio esiste da più tempo e gli utenti hanno imparato a utilizzarlo e conoscerlo – seguite a ruota, è proprio il caso di dirlo, da Torino e Firenze.

Chi usa il car sharing?

La ricerca commissionata dalla ANIASA e realizzata dalla società Bain & Company ha tentato – conducendo 2000 interviste online – di individuare il profilo di chi utilizza l’auto in condivisione. È emerso che il cliente medio appartiene al genere maschile, ha 38 anni, vive in zone centrali o semi centrali della città (73% del campione) e utilizza l’auto principalmente per ragioni legate al lavoro (nel 55% dei casi è un dipendente d’azienda). È un utente pragmatico, saltuario e non fidelizzato a un operatore specifico, noleggia una volta alla settimana e ha in tasca – o meglio, nel suo smartphone – in media le tessere di 2,8 società diverse. Solo il 6,5% degli utenti intervistati utilizza i servizi di car sharing con una frequenza maggiore, per motivi principalmente legati ai propri impegni professionali.

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Cosa cerca chi guida un’auto “condivisa”?

È sempre la stessa ricerca a indicarci quali sono le priorità dei clienti al momento di scegliere il servizio.  Al primo posto – senza troppe sorprese – troviamo la competitività del prezzo, che viene indicato come fattore decisivo per il 63% del campione, seguito dalla possibilità di lasciare l’auto in zone accessibili (53%) e la facilità d’uso (44%). Per quel che concerne le caratteristiche dell’auto, la pulizia riveste il ruolo principale (48%), seguita dai sistemi di sicurezza (40%) e dai dispositivi di bordo (come il navigatore).

I desideri degli autisti per il futuro riguardano l’allargamento delle aree disponibili, soprattutto in periferia, una maggiore chiarezza per quel che riguarda i prezzi – la tariffa al minuto non consente di avere costi fissi in città – e app più facili da utilizzare.

Quando è più facile trovare le auto?

Le ore in cui si concentrano i noleggi sono ovviamente legate all’utilizzo che si fa dell’auto: se chi la usa per ragioni personali sarà in buona compagnia nel week end, soprattutto fra le 16 e le 19, chi la utilizza invece per questioni lavorative farà più fatica a trovare mezzi disponibili in mattinata, fra l 9 e le 12. Più del 50% dei clienti viaggia sull’auto in compagnia, così da abbassare ulteriormente i costi. Da ultimo, un dato anagrafico curioso, anche se prevedibile: sono i più giovani a utilizzare il car sharing con maggiore frequenza. Ma questo, forse, è un dato fisiologico che riguarda tutte le innovazioni.

E l’auto di proprietà?

Finora in realtà l’85% degli utenti che utilizzano il car sharing mantengono uno (52%) o più (37%) autoveicoli di proprietà nel nucleo familiare: il 43% di loro si dichiara non disposto a liberarsene. C’è però un dato che potrebbe rappresentare una tendenza inversa: 2 utenti su 10 hanno rinunciato all’auto, che risulterebbe meno conveniente dei servizi in condivisione se utilizzata poco – fino a 11.800 km annui per una vettura grande, fino a 8.300 km annui per una vettura media e fino a 6.000 km annui per una utilitaria – mentre 4 utenti su 10 utilizzano il car sharing al posto dell’auto di proprietà.

Un’alternativa sempre più diffusa rispetto all’auto di proprietà è il noleggio a lungo termine. Abbiamo scritto un articolo che ne parla.

Anche il Trasporto Pubblico Locale potrebbe subire un contraccolpo, poiché più della metà del campione intervistato dichiara di utilizzare il car sharing proprio al posto del TPL.

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