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Auto, bici, pedoni, una convivenza difficile. Il punto di vista di chi pedala

Pista ciclabile

Automobilisti, ciclisti, pedoni. In ordine alfabetico, per non fare torto a nessuno. Il loro denominatore comune è la strada: la frequentano tutti e, spesso, la convivenza non è serena. I problemi tra le varie categorie non sono rari, ma, in caso di diatriba, c’è una cosa che le unisce: l’assoluta, incrollabile certezza di essere nel giusto (insieme, a volte, a un malcelato fastidio per gli esponenti dell’altra “scuola”). Cerchiamo allora di indagare i rapporti tra questi protagonisti della strada, iniziando dal punto di vista di chi va in bicicletta.

Ciclisti VS automobilisti

Purtroppo si sente spesso parlare di incidenti che vedono coinvolte auto e biciclette (45 in media al giorno). Una convivenza difficile, quindi, specie in mancanza di piste ciclabili o quando la sede stradale è eccessivamente stretta. Che cosa sostiene il Codice della Strada (CdS)? L’art. 148 ordina ai ciclisti di “procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila”. Non tutti si comportano così (specie quando si viaggia in comitiva), come possiamo notare dalla nostra esperienza quotidiana. E questo è un punto a sfavore di chi va in bici. Ma non è che il comportamento degli automobilisti si sia sempre ineccepibile…

Automobilisti: cinque cose da evitare per non ostacolare i ciclisti

Ma se un ciclista potesse, che cosa chiederebbe a ogni persona che si mette alla guida di un’auto? Non abbiamo dubbi su quelle che potrebbero essere le sue richieste:

  1. “Prima di aprire la portiera controlla lo specchietto: potremmo sbatterci contro e farci molto male entrambi”. (Oppure usa il metodo olandese come in questo video.)
  2. “Se ti fermi al semaforo, lascia uno spazio sufficiente a destra per farmi passare”.
  3. Non parcheggiare in doppia fila: mi costringi a una manovra pericolosa in mezzo alla strada”.
  4. “Effettua il sorpasso quando la strada si allarga e, se mi affianchi, lasciami lo spazio di manovra”. A questo proposito è allo studio in Parlamento una modifica all’art. 148 CdS per introdurre, come avviene in altri Paesi europei, la distanza laterale minima – di un metro e mezzo – quando un’auto supera un velocipede.
  5. Evita di usare il clacson: una “strombazzata” ravvicinata potrebbe farmi spaventare e sbandare”.

Ciclista

E con i pedoni come la mettiamo?

A loro volta, però, sono spesso i ciclisti a invadere il territorio di chi va a piedi. E il più delle volte questi ultimi non la prendono benissimo. Ma questo comportamento non sempre è proibito, dipende dal marciapiede: se non è ciclabile non ci si può salire (non vedrete mai uno sportivo in bici da corsa sfrecciarvisi sopra) e si anche rischia una multa. Se il marciapiede è ciclabile, allora via libera alle due ruote. Ma attenzione: il pedone ha sempre la precedenza e il ciclista, anche quando la sede stradale è divisa in due, dovrebbe usare prudenza. E quando il marciapiede sarebbe proibito alle bicilette, ma la strada è trafficata e pericolosa? In questo caso, non ce la sentiamo di condannare il ciclista che ne “approfitta”. Pedoni e vigili, forse, dovrebbero chiudere un occhio.

In Italia si pedala poco in città

Chiudiamo con un paradosso: l’Italia, insieme alla Germania, è il primo Paese europeo produttore di biciclette, eppure non siamo un popolo di grandi “pedalatori”. Lo certifica uno studio danese (Copenhagenize Design Company) che ogni due anni stila una classifica delle città con una maggiore presenza di biciclette: quasi tutte sono nel nord-Europa, pochissime le extra-europee, nessuna italiana. Nel 2015 ha vinto Copenhagen che per la prima volta ha superato Amsterdam grazie ai suoi 350 chilometri di piste ciclabili separate dalla strada; terza Utrecht, quarta Strasburgo attraversata da 536 chilometri di piste.
E in Italia? A Milano, grazie a Expo, nel 2015 i chilometri riservati alle bici hanno toccato quota 185, ma le capitali italiane delle “due ruote” sono altre: a Bolzano e Pesaro un quarto della popolazione utilizza la bici almeno una volta al giorno, mentre la prima città nella classifica per metri equivalenti di ciclabile (strada potenzialmente accogliente per le biciclette) ogni 100 abitanti è Reggio Emilia (39,03 metri ogni 100 cittadini). Milano è solo 65esima (2,38 metri), ben al di sotto della la media italiana che è di 7,04 metri/100 abitanti. Troppo pochi per una serena convivenza con gli altri frequentatori delle strade.

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