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Le ibride effettuano il sorpasso sul diesel

05 Maggio 2021

Cosa sta succedendo al mercato auto in Italia? Quali sono le auto più ricercate? Ci sono sufficienti colonnine per le auto elettriche? Scopriamolo insieme.

A febbraio si è verificato un fatto storico nel nostro Paese: le motorizzazioni ibride mettono la freccia ed effettuano il sorpasso sul diesel diventando la seconda tipologia di auto più venduta in Italia. È uno dei dati emersi in un rapporto presentato da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e Federauto (Federazione Italiana Concessionari Auto).

ibride sorpasso diesel Milano

Auto ibride: è sorpasso sul diesel

Se guardiamo la situazione del mercato auto in Italia negli ultimi 24 mesi osserviamo un vero e proprio stravolgimento. Nel gennaio 2019 le motorizzazioni termiche rappresentavano l’86,3% delle quote di mercato (45,2% benzina, 41,1% diesel), seguite a distanza dalle auto a GPL (7,3%) e dalle ibride (5%). Dopo soli due anni osserviamo gli effetti di una vera e propria rivoluzione. A febbraio 2019 ritroviamo le auto a benzina al primo posto (33%), le ibride al secondo con una quota di mercato pari al 28,8% – facendo segnare un clamoroso +24% – con il diesel al 24,6%. Seguendo questo trend presto le motorizzazioni ibride potrebbero scalzare dal primo posto i motori a benzina.

In Italia ibride al top

L’Italia guida la classifica relativa alla quota di mercato delle auto ibride nei principali mercati europei. Si avvicina solo la Spagna con il 22,6% seguita dall’Inghilterra con un 21,7%. L’altro lato della medaglia è che in Italia stentano ancora a le auto ibride plug-in ed elettriche, che superano il 5,8%. La Spagna fa peggio con il suo 5,3%, contro il 20,7% teutonico, il 13% inglese e il 13,2% dei cugini d’oltralpe. La ragione? La carenza d’infrastrutture. A dicembre 2020 l’Italia era sedicesima nel ranking europeo in base al numero di punti di ricarica per 100 km: solo 2,7 contro il 4,9 della media europea, con Olanda (47,9), Lussemburgo (36,8) e Norvegia (19,7) a guidare la classifica.

ibride sorpasso diesel Stellantis FCAFoto di Antonello Marangi

Automotive: una filiera in chiaroscuro

Questi numeri testimoniano la direzione individuata dall’intera filiera dell’automotive che negli ultimi anni ha intrapreso una strada volta alla sostenibilità. Un settore che in Italia conta 1,25 milioni di addetti, paga 27 miliardi di stipendi, fattura 344 miliardi (commisurabile al 20% del PIL nazionale), capace di generare nel 2019 un gettito fiscale di 76,3 miliardi di euro. Purtroppo, a questi numeri ne vanno affiancati alcuni che dovrebbero preoccupare soprattutto chi siede nelle istituzioni:

  • il 2020 ha visto un crollo del 15% nella produzione di autoveicoli nel nostro Paese;
  • negli ultimi dieci anni sono stati quasi dimezzati i dealer (dai 2.318 del 2010 ai 1.294 del 2020) che hanno visto diminuire il fatturato medio del 25%;
  • Il mercato post-vendita ha sperimentato una variazione in negativo media dal 2019 al 2020 del 19%.

Il parco auto italiano è ancora fra i più vecchi d’Europa

Nell’analisi presentata dalle associazioni si ritrovano anche dati aggiornati sul parco auto circolante nella penisola che ha un’età media di 11,5 anni, contro gli 8 del Regno Unito e i 9 della Germania. La stima è che con questo ritmo ci vorrebbero 27 anni per sostituirlo tutto. Nello specifico le auto ante Euro4 rappresentano il 29,3% delle auto presenti sulle strade italiane, su un totale stimato al 30 giugno del 2020 di circa 38.530.000 veicoli immatricolati. L’aspetto positivo è che grazie agli incentivi messi in campo negli ultimi mesi, le rottamazioni da agosto a dicembre 2020 sono aumentate del 15,8% a dimostrazione del fatto della necessità d’investire in questa direzione.

Sostenibilità e sicurezza al centro

Grazie all’impegno di tutte le case automobilistiche e la tecnologia messa in campo negli ultimi anni stanno arrivando risultati su due fronti molto importanti: sostenibilità e sicurezza. Da marzo 2019 a dicembre 2020 le autovetture di nuova immatricolazione consentono di ridurre le emissioni complessive, passando da una media di 143,6 a 123,1 g/km (ciclo wltp). Anche per quel che riguarda la sicurezza sono stati fatti passi da gigante in soli cinque anni. Dal 2015 al 2020 è crollato il numero di auto senza gli ADAS (da 56,9% a 26,8%), con un incremento della presenza della frenata automatica di emergenza del 30,3%, dell’avviso di cambio corsia del 30,6%, il riconoscimento del pedone del 28,2%.

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