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Accise sui carburanti. Novità in vista?

26 Settembre 2018

La prossima Legge di Bilancio potrebbe prevedere il primo taglio delle accise sui carburanti. Scopriamo quali sono le previsioni (e quali potrebbero essere i costi).

Il taglio delle accise sui carburanti è stato uno degli argomenti al centro della campagna elettorale, diventando poi oggetto di discussione all’interno del contratto firmato dalle due forze politiche che compongono l’attuale Governo. E proprio negli ultimi giorni – nell’ambito della discussione riguardo alle scelte da compiere nella Legge di Bilancio – il sottosegretario all’economia ha rinnovato la volontà di dare una sforbiciata al prelievo fiscale sui carburanti. Cerchiamo di capire qualcosa in più.

Foto di Gergely Zsolnai

Accise sui carburanti. Italia ai primi posti

L’Italia è la nazione europea in cui si pagano le accise più alte sui carburanti: 0,728 centesimi per litro sulla benzina senza piombo, 0,617 centesimi a litro per il diesel. Al secondo posto si classifica l’Olanda, seguita dalla Finlandia e della Grecia; il Paese più virtuoso è invece la Bulgaria. Se si considerano gli introiti complessivi delle tasse sugli autoveicoli, è la Germania a posizionarsi sul gradino più alto del podio con introiti che superano i 90 miliardi, seguita dalla Francia con i suoi 73,5 miliardi e – ancora una volta – dall’Italia che si ferma a 73 miliardi.

Anche osservando l’andamento dei prezzi al litro della benzina potremmo dire – parafrasando il titolo di un famoso film – che l’Italia non è una Paese per automobilisti. Una bella infografica realizzata dal Sole 24 Ore rende perfettamente l’idea: a fronte di una media europea di costo di un litro di benzina che si ferma a 1,228 €, l’Italia, dopo Norvegia, Islanda, Danimarca, Paesi Bassi, e Grecia, è il Paese in cui si paga di più.

Accise sui carburanti. Le “magnifiche” diciassette

Fra le cause dei costi così elevati per i carburanti in Italia ci sono diciassette accise legate a fatti che ormai appartengono alla storia di questo Paese. Si passa dal contributo richiesto per eventi bellici come la Guerra d’Etiopia del 1935, la guerra del Libano nel 1983 e quella in Bosnia del 1996 alla necessità di reperimento fondi per il disastro del Vajont del 1963. Ci sono poi i contributi legati a disgrazie naturali come l’alluvione di Firenze del 1966, quella in Liguria e Toscana del 2011 e i peggiori eventi sismici della storia italiana: Belice 1968, Friuli 1976, Irpinia 1980, Aquila 2009, Emilia 2012.

Accise sui carburanti costo pienoFoto di Vera Petrunina

Accise sui carburanti. Quanto si risparmierebbe

Il Governo sembra essere orientato a eliminare tutte le accise introdotte prima del 1980, per un risparmio totale calcolato che si attesterebbe a una cifra vicina ai 140 millesimi al litro.

Il Ministero per lo Sviluppo Economico nella rilevazione effettuata a febbraio ha stimato che, a fronte di un prezzo medio della benzina di 1,573 € per litro, la componente fiscale si sia attestata a 1,012 € per litro, pari al 64%. Se a questo dato si toglie l’IVA al 22% s’individua la cifra che rappresenta la fetta della torta composta esclusivamente dalle accise: 0,728 € per litro.

Accise sui carburanti. Quanto costa il taglio

L’unico problema che si staglia all’orizzonte – come spesso accade affrontando questi argomenti – sono le risorse da reperire per coprire l’ammanco nelle casse dello Stato. Nel 2017 lo Stato italiano ha incassato 32,4 miliardi grazie alle accise sui carburanti – considerando in questo importo anche l’IVA al 22% – cui andrebbero sottratti, ipotizzando il nuovo regime fiscale, circa 4 miliardi l’anno, che inevitabilmente dovrebbero essere tolti ad altri capitoli di spesa per evitare di aggravare ulteriormente i conti precari del nostro Paese. Non ci resta che continuare a seguire la vicenda e tenervi aggiornati sui possibili sviluppi.

Accise sui carburanti pompa benzinaFoto di Naypong Studio