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Fate largo, sta arrivando Mahindra

25 Ottobre 2017

La multinazionale indiana è in forte espansione. In tutto il mondo e in più settori, fra cui, ovviamente, quello automobilistico. Ce ne parla Sergio Berardinelli di Mocauto che ben conosce le dinamiche di un brand destinato a far parlare di sé anche alle nostre latitudini

I tempi sono quasi maturi: Mahindra conquisterà anche il mercato europeo nel giro di tre anni. Ne è convinto Sergio Berardinelli, leader operator del brand indiano per Mocauto, dove lavora da circa 15 anni e si occupa di veicoli commerciali e dei rapporti con le aziende per quanto concerne il loro parco auto. Chi meglio di lui può aiutarci a conoscere la multinazionale con sede a Mumbai, in continua espansione, molto consolidata nel suo Paese dove da settant’anni è leader sul mercato dei veicoli industriali, in particolar modo in quello della vendita dei piccoli trattori di cui è leader mondiale.

L’azienda è presente in tutto il mondo non solo nel settore automobilistico ma anche in molti altri, tra cui l’agricoltura, l’aerospaziale, la componentistica, l’energia, l’edilizia e non solo. Stiamo parlando di una world company che fattura 17,8 miliardi di dollari, dà lavoro a 200 mila persone e che nel vecchio continente, per restare nel campo delle quattro ruote, ha già una rete di oltre cento concessionari in dieci Paesi. E siamo solo ai primi passi…

Trattore Mahindra Digisense

Secondo lei Mahindra diventerà un marchio leader anche in Italia e in Europa?

«La casa indiana aggredirà i nostri mercati nel giro di pochi anni, vale a dire quando avrà terminato questa lunga fase di analisi delle esigenze dei clienti europei e di acquisizioni, che nel 2010 l’ha portata a ottenere la maggioranza di Reva Electric e di Ssangyong Motor Company; nel campo invece del motociclismo, nel 2015 il 51% di Peugeot Motorcycles e il 76% della nostra Pininfarina e nel 2016 i marchi Bsa e Jawa. L’esempio di Pininfarina è chiaro: una volta che Mahindra sarà consolidata sul mercato locale avrà già in casa il know how necessario per creare un prodotto di richiamo e di grande fascino».

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Quale strategia adotterà nella sua espansione?

«Mahindra ha un management molto scrupoloso e di rilievo. Il ceo Anand Mahindra, infatti, tra i diversi riconoscimenti vanta nel 2011 il “Business Leader of the Year” e il “The Asian Awards” e nel 2012 il “Best Transformational Leader Award”. Prima di investire, Mahindra, attua una serie di indagini di mercato per sondare il terreno. Detto questo, l’Europa resta il grande obiettivo primario. Poi vi è una particolare attenzione verso il mercato asiatico, che gradisce prodotti semplici e altamente affidabili. Non dimentichiamoci, infine, l’India che ha ampi margini di crescita e dove è già tra i marchi più affermati».

A breve vedremo nelle concessionarie italiane la Kuv 100, già presentata al salone di Barcellona. Di che auto si tratta? Ha le potenzialità per sfondare da noi?

«È un crossover compatto di circa 3 metri e 70 che strizza l’occhio ai gusti più occidentali. Abbina l’appeal di un suv e la praticità di una city-car. Avrà l’alimentazione sia benzina che gasolio, una motorizzazione di 1.200 cc che garantisce bassi consumi e un prezzo molto concorrenziale che oscillerà tra i 9.500 e gli 11 mila euro».

Kuv 100 Mahindra

Mahindra sta investendo molto anche sull’elettrico. Cosa ci dice dell’e2o?

«È un veicolo dalle dimensioni molto compatte, circa 3.3 metri, è totalmente elettrico e per produrlo Mahindra ha riservato un intero stabilimento, prevedendo per il futuro prossimo una domanda molto alta. Già nel 2016 si era parlato di un lancio europeo, ma Mahindra ha preferito aspettare. Ora è in produzione già un’evoluzione del primo modello».

L’impegno green è certificato dalla presenza di Mahindra fra i top team della Formula E, la massima competizione automobilistica per vetture completamente elettriche. Come vanno le cose?

«Molto bene. L’ultimo campionato del mondo è stato il migliore di sempre per Mahindra Racing classificatasi al terzo posto. E mi piace sottolineare come Mahindra sia uno dei pochi partecipanti a correre con vetture alimentate da un proprio motore elettrico, per far capire quali e quanti siano gli investimenti tecnologici profusi dalla multinazionale».

Mahindra Formula E