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Scali ferroviari, la Milano che si trasforma

Milano dopo Expo sembra aver messo le ali. Una città che ha vissuto una profonda trasformazione per prepararsi all’esposizione universale del 2015, in testa a molte classifiche, in competizione con le altre metropoli europee, che ora vede il delinearsi della strada che porterà al recupero delle più grandi aree dismesse presenti in città: gli scali ferroviari. Si tratta della più grande zona di riconversione urbana d’Europa, un appuntamento che Milano non può mancare, scelte che definiranno il profilo della città da qui al 2050.

scali ferroviari - studio Boeri

Lo Scalo Farini nello studio proposto dallo studio d’architetti SBA – Stefano Boeri

Scali ferroviari a Milano: le dimensioni

I sette scali ferroviari milanesi oggetto dell’accordo firmato da Comune, Regione e Ferrovie dello Stato e ratificato da qualche giorno dal Consiglio Comunale di Milano erano le porte di accesso alla città, centri economici e infrastrutturali di una Milano che ormai è parte della storia, in un centro urbano che nel frattempo si è sviluppato con i suoi famosi cerchi concentrici. Queste aree dismesse – delle vere e proprie cesure all’interno della città – misurano complessivamente 1,3 milioni di metri cubi, pari a 170 campi da calcio, così suddivisi: Farini (618.733 mq), Greco (73.526 mq), Lambrate (70.187 mq), Porta Romana (216.614 mq), Rogoredo (21.132 mq), Porta Genova (89.137 mq) e San Cristoforo (158.276 mq).

Scali ferroviari: una città più verde

L’elemento più significativo, quello che caratterizza l’accordo, è che il 65% della superficie complessiva – equivalente a 675.000 mq – sarà destinata a verde e spazi pubblici.

All’interno dello Scalo Farini sorgerà un grande parco da 300.000 mq, che diventerà il terzo parco cittadino per dimensioni, dopo Lambro e Sempione, e a pari merito con il Parco Montestella. A Porta Romana sorgerà un altro parco, grande 90.000 mq, mentre un’oasi naturalistica da 140.000 mq troverà casa a San Cristoforo, occupando interamente lo spazio disponibile.

scali ferroviari - circle line

Dagli scali ferroviari alla “Circle Line”

I binari ci sono già, perché non connetterli fra loro per proseguire lo sviluppo della rete di trasporto pubblico della città? È quanto stabilito nell’accordo, nel quale si legge che saranno investiti 97 milioni di euro con l’obiettivo di ammodernare le stazioni lungo l’ormai famosa “Circle Line”, che dovrebbe rappresentare la connessione est-ovest che a Milano manca. 22 milioni per le stazioni Tibaldi e Porta Romana, 5 per la stazione di Greco-Pirelli, 20 per la nuova stazione di Dergano. Un collegamento fra le stazioni presenti negli scali, ma che intersecherà anche alcune stazioni della metropolitana già esistenti.

Nuovi quartieri negli scali ferroviari

Delle volumetrie previste dall’accordo – con un indice di edificabilità medio pari allo 0,65 – il 32% dovrà essere destinato a quelle che vengono definite funzioni non residenziali: uffici, negozi, logistica. Per favorire il commercio di vicinato è stato inserito il divieto di costruire centri commerciali e grandi strutture di vendita, mentre allo scalo di Porta Genova c’è il vincolo che obbliga a non superare la soglia del 30% per quel che riguarda l’edilizia residenziale.

Un occhio di riguardo per la fascia di popolazione che secondo le previsioni crescerà di più in città nei prossimi anni – quella compresa fra i venti e i quaranta anni – con il 30% degli interventi destinato a housing sociale e edilizia convenzionata. Si stima possano sorgere 3400 nuovi alloggi, veri e propri quartieri che si andranno ad aggiungere a quelli già esistenti in città, con una particolare concentrazione nell’area più vasta, quella dello scalo Farini.

Una funzione per ogni scalo

A ogni scalo ferroviario è stata inoltre assegnata una funzione, cui dovrà assolvere nella fase di progettazione che partirà nei prossimi mesi. Come anticipato prima, nell’area di San Cristoforo sorgerà un’oasi naturalistica, Porta Genova sarà contraddistinta da funzioni connesse alla moda e al design – confermando la vocazione mostrata in questi anni – un grande parco urbano nello scalo Farini, funzioni collegate all’università negli scali Lambrate e Greco – dove sorgono università Statale e Bicocca – mentre per lo scalo di Porta Romana sono state individuate come prioritarie attività legate alla cultura e all’agricoltura.

Lo sviluppo degli scali ferroviari: le tempistiche

All’interno dell’accordo si stabilisce che le società interessate a costruire dovranno attivare percorsi concorsuali per le progettualità che coinvolgeranno le aree. Per quel che concerne lo scalo ferroviario più grande si è deciso che tutte le procedure dovranno essere attivate entro la fine del 2017. Nel frattempo sarà possibile attivare percorsi di riuso temporaneo delle aree, con particolare attenzione alle attività dedicate ai più giovani.

scali ferroviari - porta genova

Lo Scalo di Porta Genova nello studio proposto dallo studio d’architetti EMBT – Benedetta Tagliabue