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Auto ibride, un compromesso che piace sempre più

Ibrido. Lo dice la parola. L’auto ha due motori, uno a benzina o diesel e uno elettrico. Il primo ha la duplice funzione di “spingere” l’automobile e di ricaricare il motore elettrico. Poi ci sono le versioni “plug-in” che sono sempre ibride, ma si ricaricano anche dalla rete domestica, come un’auto elettrica vera e propria. Stiamo parlando, comunque, di vetture all’avanguardia, che nulla hanno da invidiare a quelle tradizionali. Anzi, consumano meno e hanno emissioni più basse. E per loro gli addetti ai lavori pronosticano un futuro radioso…

hybrid

Nel 2017 le agevolazioni non mancano

Ma anche il presente non scherza. A gennaio la gazzetta ufficiale ha pubblicato il testo del decreto legislativo 257 del 16 dicembre 2016 che accoglie la direttiva 2014/94 dell’Unione Europea in cui si incentiva l’uso di combustibili alternativi e “veicoli a basse emissioni complessive” come auto ibride, ibride plug-in ed elettriche. Ma in Italia già lo si fa da un po’. Il loro numero cambia di anno in anno in base ai contenuti (e alle disponibilità finanziarie) delle varie leggi di stabilità, ma nel 2017 sono ben otto le regioni italiane che sconteranno il pagamento del bollo agli automobilisti che acquisteranno auto ibride: Campania, Lazio (ma solo ibride benzina), Veneto e Umbria per i primi tre anni e Basilicata, Puglia, Liguria (+60% di vendite nel 2016) e, proprio dal 2017, le Marche per cinque anni. Fino al 2016 questa lista includeva anche l’Emilia Romagna. Non c’è la Lombardia, ma se giri per Milano con l’auto ibrida non paghi l’ingresso nell’area C, mentre a Bergamo parcheggi gratuitamente sulle strisce blu. A Roma, invece, hai diritto a uno sconto nelle Ztl.

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Che numeri in Italia…

La crescita nel mercato italiano è impetuosa. Non sarà sicuramente paragonabile a quello della Norvegia dove, il 2017, potrebbe essere l’anno buono per il sorpasso delle auto a componente elettrica su quelle tradizionali. Nel 2012 le immatricolazioni ibride in Italia erano a quota 7mila, nel 2016 sono schizzate a 39mila, 10mila in più rispetto al 2015. Nel primo trimestre del 2017 siamo già a 15.921 (5.771 a marzo per una quota di mercato del 2.5%) e una proiezione a dicembre di oltre 60mila unità. Un contributo importante arriva dal mondo delle flotte aziendali (+44% nel 2016) e dal noleggio (+30%). Nel 2016 la top ten era dominata dal binomio Toyota-Lexus con otto modelli presenti, ma anche i marchi Premium si stanno attrezzando: come Volvo che ha messo in listino le versioni ibride plug-in di XC 90, XC60, V90, V60 e S90.

Il futuro è loro

Gli scenari futuri sono tutt’altro che apocalittici. L’ibrido dominerà la scena dell’automotive, secondo la società di consulenza aziendale AlixPartners, entro il 2030 il posto dei diesel (al 9%) sarà preso dai benzina+elettrico (28%). Secondo gli addetti ai lavori l’impatto più potente sarà preso dalle cosiddette “mild hybrid”, le auto con una parte elettrica più contenuta (batterie a 48 volt) e meno complessa. IHS calcola che nel 2025 le “mild hybrid” si prenderanno una fetta del 18% del mercato europeo. Questa opzione più soft del concetto di ibrido pare piaccia molto anche a Sergio Marchionne che vorrebbe utilizzarla per i modelli più piccoli della futura gamma green di FCA.

Volvo