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Volvo, guida autonoma: la persona prima di tutto

Guida assistita

La nuova era delle auto senza conducente è vicinissima. I maggiori costruttori mondiali si sono confrontati al recente salone di Ginevra e i più ottimisti (e fiduciosi nel progresso tecnologico) hanno fissato nel 2025 la data in cui si raggiungerà un elevato livello di guida autonoma. Stime più prudenti, ma anche più vicine nel tempo, indicano nel 2020 il raggiungimento del cosiddetto livello 3 di guida autonoma, che si ha quando il veicolo sa procedere da solo ma sempre sotto la supervisione di un pilota in grado di intervenire in qualsiasi momento. C’è poi chi si spinge ancora più in là, come l’Osservatorio Auto Aiba (Associazione Italiana Brokers di Assicurazione e Riassicurazione) secondo cui nel 2035 saranno in circolazione 76 milioni di autonomous cars. Intanto la sperimentazione “on the road” continua.

Il cervello della XC90? Come 150 MacBook Pro

Per restare in tema di date, Volvo ha indicato nel 2021 l’anno in cui avvierà la commercializzazione della prima auto completamente autonoma. Il culmine di un processo iniziato ufficialmente nel 2015 quando fu presentata al pubblico la Concept 26. Di strada, da quel giorno, ne è stata fatta molta dalla casa Premium svedese che, rispetto ai maggiori competitor, sta portando avanti un piano di sviluppo duplice: oltre al lavoro degli ingegneri, infatti, c’è anche grande attenzione al fattore umano. Per far capire la complessità di un’auto a guida autonoma basti dire che il cervello della XC90, il modello scelto da Volvo per il progetto “Drive Me”, si chiama Autonomous Driving Brain, si trova nel baule ed è potenziato da Drive PX2, il super computer progettato ad hoc da Nvidia per la guida driverless con una potenza di calcolo pari a quella di 150 MacBook Pro.

Driverless

Guida autonoma: la tecnologia in base alla persona

Ma, come detto, i numeri rappresentano solo una parte del lavoro di Volvo che, solo in apparente contraddizione con il fine ultimo del progetto, sposta l’attenzione sulla persona. Insomma, la missione è mettere a punto la tecnologia in base al ruolo del conducente. Come? Analizzando, attraverso quattro videocamere piazzate nell’abitacolo, le reazioni (sue e degli altri passeggeri) quando è attiva la funzione di guida autonoma. All’ultimo salone dell’auto di Detroit, Volvo ha consegnato a una famiglia di Goteborg la prima XC90 a guida autonoma assistita: basta premere le leve dietro il volante e l’auto va da sé. Entro la fine del 2017 saranno un centinaio quelle in circolazione su apposite strade (50 Km) della capitale svedese. Ma non sarà un test per l’auto, bensì per chi si farà trasportare.

Radar driverless car